Oggi l’isola di Montecristo è il regno degli uccelli, degli insetti, delle vipere e delle capre, che si aggirano fra i lecci e fra gli arbusti sempreverdi in un ambiente naturale di estrema suggestione, arricchito dall’avvolgente profumo della macchia mediterranea e dal musicale frangersi del mare sulle coste, ma quelle stesse rocce, quegli stessi lecci, quegli stessi anfratti sono contessuti di favole e di storia che scorrono sulle ali del tempo, allora Montecristo è l’isola del mito e della storia, del tempio di Giove e dell’imponente chiesa di Cristo, è l’isola abitata da monaci e da pagani, da corsari e da reclusi, è l’sola di Dantès, è l’isola del tesoro nascosto e, in questo contesto, anche l’isola appare per quella che è, un tesoro, una “gemma” unica, preziosa, un “solitario”, da ammirare e preservare per le generazioni future, perché anch’esse possano continuare a credere che esiste l’isola del tesoro o, più precisamente, che esiste “il tesoro di Montecristo”.